A.C.A.B. La serie tv: cosa sappiamo del ritorno di Marco Giallini come Mazinga
Dopo undici anni dal film, Netflix lancia A.C.A.B la serie, per andare ad approfondire le dinamiche degli agenti antisommossa.
ACAB – All Cops Are Bastards, acronimo che dà il titolo al film del 2012 diretto da Stefano Sollima e ideato a partire dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini, che mise in evidenza aspetti positivi e negativi della polizia di stato, nello specifico negli agenti antisommossa, conosciuti anche come “celerini”.
Il ritratto che ne scaturì dal film evidenziò l’umanità, ma anche i difetti ed alcune volte la violenza del comparto di polizia. Il film riscosse un discreto successo di pubblico e ricevette alcuni importanti premi.
Torna quindi oggi, su Netflix, il tema dell’operato delle forze dell’ordine, con una serie dedicata. Tra i protagonisti, immancabile Marco Giallini nel ruolo di Mazinga.
A.C.A.B la serie
Oggi, a distanza di oltre undici anni dall’uscita nelle sale della pellicola originale, Netflix ha annunciato l’inizio delle riprese di una serie televisiva tratta dal romanzo di Bonini (che ne è anche ideatore e co-sceneggiatore) e legata alla pellicola di Sollima, che figurerà però solamente come produttore esecutivo dell’opera.
Il cast sarà ricchissimo e conterà, fra gli altri, Valentina Bellè, Pierluigi Gigante, Adriano Giannini e Fabrizio Nardi. A fungere da anello di congiunzione con il film sarà il celerino Mazinga, interpretato dal romano Marco Giallini (che per il ruolo nel film ottenne una candidatura ai David di Donatello del 2012).
La trama
Come si legge nella trama ufficiale, la trama della serie promette suspence e coinvolgimento: “Una notte di feroci scontri in Val di Susa. Una squadra del Reparto Mobile di Roma resta orfana del suo capo, che rimane gravemente ferito. Quella di Mazinga (Marco Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante), però, non è una squadra come le altre, è Roma, che ai disordini ha imparato ad opporre metodi al limite e un affiatamento da tribù, quasi da famiglia. Una famiglia con cui dovrà fare i conti il nuovo comandante, Michele (Adriano Giannini), figlio invece della polizia riformista, per cui le squadre come quella sono il simbolo di una vecchia scuola, tutta da rifondare.
Come se non bastasse il caos che investe la nuova formazione nel momento di massima fragilità interna, si aggiunge quello dato da una nuova ondata di malcontento della gente verso le istituzioni. Un nuovo “autunno caldo” contro cui proprio i nostri sono chiamati a schierarsi e in cui ogni protagonista è costretto a mettere in discussione il significato più profondo del proprio lavoro e della propria appartenenza alla squadra.”