Chi sono i conduttori RAI a rischio: terremoto sulla tv generalista
Crollo di ascolti per i programmi RAI by Meloni. Le cose non si mettono bene per alcuni conduttori pronti all’uscita
I numeri al ribasso dei programmi di “telemeloni” fanno tremare la RAI, che si trova costretta a valutare chiusure e uscite di scena di alcuni conduttori. Mentre Fabio Fazio sbanca sul NOVE con il suo Che Tempo Che Fa e altri nomi illustri come Gramellini, Annunziata e Augias accolti dalle altre reti generaliste, la Rai perde colpi a suon di telespettatori.
Primo accusato, anche per via dell’ormai conclamata amicizia con la premier Giorgia Meloni, Pino Insegno, che con il suo Il Mercante In Fiera ha registrato ascolti da far caracollare dalle poltrone la Direzione. Saracinesche abbassate anche per Bianca Guaccero, con lo show Liberi tutti!, flop di ascolti e di critica, come sottolineato anche dagli opinionisti del programma TV Talk qualche giorno fa.
Mediaset gongola
Le reti del Biscione superano miracolosamente la tv di Stato, che ha ormai perso il primato negli ascolti, lasciando sola a Rai 1 il primato di canale più visto per un soffio. Il fallimento della Rai meloniana è dunque certificato dai numeri e il futuro non sembra promettere una rinascita, anche con il paventato ritorno di Massimo Giletti.
Stando all’elaborazione dello Studio Frasi su dati Auditel, infatti, Mediaset ha fatto meglio della Rai nell’arco dell’intera giornata – 38,45% a 35,37% di share – nelle prime settimane della stagione autunnale (fino al 28 ottobre). Tre pesantissimi punti di share che certificano l’abbandono dei canali Rai da parte del pubblico, con la tv di Stato che avrebbe perso tra i 200 e i 250mila spettatori. Allarme anche e soprattutto in prima serata, dove Mediaset ha sorpassato di un punto la Rai, che ha perso quasi 400mila spettatori e viene salvata soltanto dalle fiction.
Conduttori a rischio
Oltre a Pino Insegno, tra i nominati anche Nunzia Di Girolamo con il suo Avanti Popolo, previsto in pianificazione fino a maggio su Rai 3 il martedì sera, ma lo share fisso al 3% sta spingendo ad anticiparne la chiusura. Stessa sorte per Caterina Balivo e Monica Maggioni che non riescono ad eguagliare i risultati raggiunti dai predecessori.
A preoccupare l’AD Roberto Sergio è inoltre il taglio del canone da 90 a 70 euro, di cui solo 58 euro arrivano nella casse della RAI, con un impatto notevole sugli investimenti e la possibilità di ridurre i costi, con un grave danno per la Società e per i suoi dipendenti.