Claudio Sona supporta Arisa dopo il commento alla comunità LGBTQ+
L’ex tronista di Uomini e donne Claudio Sona ha spiegato di comprendere quel commento che la cantante Arisa aveva fatto sulla comunità LGBTQ+.
Poco tempo fa, Claudio Sona è stato uno dei personaggi più importanti di Uomini e donne. Apertamente omosessuale, è stato il primo tronista gay del programma di Maria De Filippi: all’inizio, era diventato molto popolare, ma poi la sua fama venne “macchiata” da alcune dichiarazioni dell’ex compagno, Juan Fran Sierra, che rivelò di essersi frequentato con lui in segreto per tutta la durata dello show.
Da allora, la sua presenza in televisione è nettamente diminuita, anche se ha provato a tornare nell’ambiente tentando il casting per alcuni reality. Come ha spiegato a SLD TV, ha fatto solo due casting, uno per L’isola dei famosi e uno per il Grande Fratello. Non è mai stato scelto, ma ogni anno si diffonde il gossip che potrebbe essere tra i nuovi concorrenti. Lui ha smentito il pettegolezzo: non è vero che si presenta ai casting ogni anno.
In seguito, ha parlato anche di Arisa e della sua ospitata a Belve di Francesca Fagnani, dove l’artista ha tentato di scusarsi per quello che è accaduto con Paola Iezzi. La cantante ha detto che non è stata compresa e a questo punto l’ex tronista ha voluto esprimere la sua opinione a riguardo.
Claudio Sona su Arisa: “Ognuno è libero di sostenere il proprio pensiero”
Durante l’intervista a Belve, Arisa aveva detto: “Mi sono sentita non capita, come una persona che si è battuta per una parte di persone ingrate. Però devo dire che sono le persone ai vertici, non posso fare nomi… quello mi ha deluso tanto“.
A questo punto, la conduttrice Francesca Fagnani aveva tentato di ironizzare, dicendole che era stata licenziata da icona gay. La cantante aveva ribattuto scherzando: “Ma che me ne frega“, cercando di alleggerire un po’ l’atmosfera e poi cambiare argomento.
A tal proposito Claudio Sona si è schierato dalla parte di Arisa, provando a comprenderla: “Cerco sempre di portare messaggi positivi sui social e coinvolgere le persone a prestare attenzione ad atti di bullismo verso la comunità LGBTQ+. Per quanto riguarda Arisa, ognuno è libero di sostenere il proprio pensiero. La comunità a volte quando si impunta a voler giudicare qualcosa può far male e Arisa forse ha fatto bene a dire ‘Ma che me ne frega’“.