Liliana Cavani: 3 film da rivedere dell’iconica regista
Tre film della straordinaria regista italiana da rivedere.
Liliana Cavani è la prima donna a ricevere il premio alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia: ecco tre suoi film da rivedere. Un riconoscimento straordinario che arriva a coronamento di una carriera a dir poco leggendaria. Liliana Cavani, regista e sceneggiatrice classe 1933, è la prima donna a ricevere il premio alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia iniziata ufficialmente lo scorso 30 agosto. Per la speciale occasione, ecco di seguito tre suoi film che vale la pena rivedere.
La carriera di Liliana Cavani
Dopo aver conseguito il diploma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e la direzione dei primi documentari per la Rai, Liliana Cavani ha diretto il suo primo film, ovvero Francesco d’Assisi, nel 1966. Da lì, la regista nata e cresciuta a Carpi in provincia di Modena si è affermata nel giro di brevissimo tempo come uno dei nomi più importanti del panorama cinematografico italiano.
L’iconica regista, salita alla ribalta con pellicole come I cannibali del 1970, L’ospite del 1972, Francesco del 1989 o ancora il più recente Il gioco di Ripley del 2002, si è presentata all’attuale edizione numero 80 della Mostra del Cinema di Venezia con il suo nuovo film L’ordine del tempo, pellicola fuori concorso che trae ispirazione dall’omonimo saggio fisico-matematico di Carlo Rovelli. Il nuovo lavoro della regista, insignita come detto del prestigioso e meritato premio alla carriera, è arrivato nelle sale cinematografiche il 31 agosto.
Ecco qui di seguito tre dei migliori film diretti da Liliana Cavani.
Il portiere di notte (1974)
Il portiere di notte è con molta probabilità il film più importante della filmografia di Liliana Cavani. La pellicola racconta la storia di Lucia (Charlotte Rampling), un’ebrea che dopo essere riuscita a sopravvivere ai campi di concentramento nazisti incontra di nuovo nel 1957 a distanza di numerosi anni il suo aguzzino mentre lavora in un albergo come portiere di notte.
I due si ritrovano così a riprendere il rapporto sadomasochistico instaurato negli anni nel campo di concentramento, con la sostanziale differenza che Lucia non è più vittima ma pienamente consapevole delle sue scelte e della sua sessualità.
Al di là del bene e del male (1977)
Dopo Il portiere di notte, Liliana Cavani ha diretto Al di là del bene e del male, pellicola del 1977 il cui titolo rappresenta un chiaro rimando all’opera del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Tra i protagonisti della vicenda raccontata all’interno del film vi è per l’appunto proprio lo stesso Nietzsche (Erland Josephson), ritrovatosi all’interno di un triangolo amoroso con la scrittrice e intellettuale Lou von Salomé (Dominique Sanda) e con il filosofo Paul Rée (Robert Powell). Dall’incontro tra Salomé e Rée nasce un circolo di intellettuali cui si unisce molto presto anche Nietzsche.
La pelle (1981)
La pelle del 1981 è un film il cui soggetto si ispira al romanzo omonimo di Curzio Malaparte. Protagonista della vicenda è lo stesso scrittore (Marcello Mastroianni), alle prese con il ruolo di capitano del Corpo Italiano di Liberazione e che nella Napoli del 1944 deve cercare di negoziare con dei camorristi la liberazione di alcuni soldati tedeschi che vengono venduti al chilo.
La pellicola mostra una città immersa nel caos a partire dall’occupazione da parte dei soldati americani, con madri che vendono i figli, con giovani che arrivano a prostituirsi e con un padre che arriva addirittura a vendere la propria figlia in quanto quest’ultima è ritenuta l’unica vergine ancora presente in città. Un film tremendamente crudo, che fu presentato in concorso all’edizione numero 34 del Festival di Cannes del maggio del 1981 e che venne anche vietato ai minori di 14 anni per i suoi temi violenti e scabrosi.