Il curioso esperimento di alcuni scienziati in merito alla pelle per robot.
Alcuni scienziati hanno inventato una pelle autorigenerante per robot in stile Terminator. Quanto visto in Terminator, celeberrima saga con protagonista Arnold Schwarzenegger, potrebbe molto presto tramutarsi in realtà. Merito dei continui studi di diversi scienziati che potrebbero assottigliare ulteriormente, nel prossimo futuro, il confine apparentemente netto tra mondo reale e fantascienza.
Alla Stanford University, un gruppo di scienziati guidato dal professore Zhenan Bao hanno voluto condurre un esperimento allo scopo di riuscire a creare una sorta di pelle elettronica sintetica con proprietà autorigeneranti. Tale pelle è composta per la precisione da diversi strati che possono riconoscersi tra di loro per poi subito dopo ricompattarsi tra di loro in caso di danni o ferite.
In questo modo, la pelle ha la possibilità di continuare a funzionare in maniera perfetta nello stesso arco di tempo necessario per la guarigione. La nuova pelle finisce così con l’imitare in un certo senso la vera pelle, con i robot che si avvicinano in questo modo maggiormente agli esseri umani.
Oltre a ciò, la Stanford ha creato anche una sorta di guanto per robot. La sensazione che si ha al tatto è molto simile a quella che fornirebbe una mano umana, con i materiali utilizzati che hanno la capacità di percepire qualsiasi cambiamento di tipo termico, elettrico e meccanico che ha luogo intorno ad essi.
Tra i tanti scienziati che hanno dato il loro contributo allo studio della Stanford University vi è anche Christopher B. Cooper, laureatosi per l’appunto nella suddetta università. Ecco qui di seguito alcune delle sue dichiarazioni in merito all’ambizioso progetto:
“Abbiamo raggiunto quella che riteniamo essere la prima dimostrazione di un sensore a film sottile multistrato che si riorganizza automaticamente durante la guarigione. Questo progetto costituisce di sicuro un passo molto importante verso l’imitazione della pelle umana, che ha come sua caratteristica la presenza di più strati diversi che si assemblano correttamente nel corso del processo di guarigione“.
A ciò si aggiungono le parole del coautore dello studio Sam Root: “Il materiale è morbido ed elastico. Se però viene perforato o tagliato ogni singolo strato guarirà in maniera selettiva da solo, ripristinando in questo modo la funzione complessiva. Proprio come con la vera pelle“. Tale materiale, se riscaldato a circa 70 gradi centigradi o per una settimana a temperatura ambiente, può infine rigenerarsi nell’arco di sole 24 ore. Queste le parole del coautore del progetto Renee Zhao nel corso di un’intervista rilasciata per Fox News:
“In combinazione con la navigazione guidata dal campo magnetico e il riscaldamento a induzione, saremo in grado di creare robot morbidi in grado di cambiare forma e di percepire la loro deformazione su richiesta“.
Un’invenzione incredibile, con i ricercatori che hanno ora l’intenzione di proseguire gli studi allo scopo di arrivare ad applicare degli strati di pelle con proprietà diverse tra di loro come ad esempio quelle di rilevare la pressione o anche i cambiamenti di temperatura.