Il 20 maggio ha festeggiato i suoi 80 anni e una carriera inestimabile alle spalle, ma per lui “nessun regalo”…
Ha registrato 4 Volte 20 all’Arena di Verona per celebrare i suoi 80 anni compiuti lo scorso 20 maggio.
Una festa dove i bilanci però sono aboliti, come ha dichiarato in una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair: “Lasciamoli alle fabbriche, alle aziende, quando chiudono l’anno. Io non chiudo un bel niente”, ha detto laconico Al Bano.
In occasione del suo ottantesimo compleanno ha così organizzato un concerto spettacolo con tutti i suoi amici di sempre come Gianni Morandi, Renato Zero, i Ricchi e Poveri, Iva Zanicchi, Arisa e tanti altri ospiti.
Immancabili, naturalmente, i suoi familiari. Tutti presenti quindi, incluso il grande investimento energetico ed emotivo, tranne…regali materiali.
80 anni è una bella tappa della vita, da non considerare un traguardo quando ancora si ha l’entusiasmo di portare avanti dei progetti e lui ne ha tanti: dalla sua musica alla passione per il vino, che ha seguito e sviluppato mettendo in piedi tre cantine vinicole di successo.
Cosa si può desiderare allora oltre al successo, una famiglia allargata incredibilmente unita e una vita piena e intensa?
Lo ha dichiarato lui stesso sottolineando quanto sia appagato da tutto quello che è riuscito a costruire, da quando ha cominciato a 14 anni cantando su un palco del suo paese Cellino San Marco, ringraziando all’infinito i suoi genitori, la madre Jolanda e il padre Carmelo, anche se avevano scelto per lui traguardi diversi: “Lei mi voleva maestro delle elementari, lui braccia per l’agricoltura. E io scappai a Milano. Però, è merito loro se non ho il vizio dell’ozio“, ha dichiarato Al Bano, riconoscendo loro il valore del sacrificio che lo ha portato alle conquiste perseguite fino ad oggi.
Al Bano non desidera “nessun regalo” tranne “Un messaggio di Putin con scritto: “Caro Al Bano, la guerra è finita. Tanti auguri”, ha dichiarato a Vanity Fair. Il cantante non ha mai nascosto l’amicizia che lo lega da anni con Putin: “Vado a Mosca dagli anni Ottanta, lo conosco da una vita, da quando era un dirigente del KGB e quasi intimorito venne a presentarsi. Ho cantato spesso per lui”. Ma il cantante non per questo avalla la scelta della guerra: “La diplomazia muove piccoli passi, però mai ben determinati. Quello che può riservare questa guerra mi fa più paura della morte. […] È così. Certo, non sono come San Francesco che la chiama “sorella morte”. Forse “sorellastra morte”? No, nemmeno. So che prima o poi arriverà quella signora che non mi piace: la vita mi ha insegnato che è l’unico traguardo sicuro”.