Rocky 3: come il film ha cambiato la saga
La saga sul pugile più famoso del cinema resta ancora oggi una delle più amate.
Il motivo per cui il terzo film è quello che ha segnato in maniera decisiva il franchise.
Tra le saghe cinematografiche più amate di tutti i tempi è impossibile non inserire anche quella di Rocky. Così come per molti altri celebri franchise, che sono andati inevitabilmente incontro negli ultimi anni a diversi rifacimenti o ampliamenti di vario tipo, ad andare avanti a suo modo è stata anche la saga del pugile più amato della storia del cinema.
Merito, questo, della nuova saga relativa al personaggio di Creed, nato come spin-off di Rocky con Creed – Nato per combattere del 2015 e poi proseguita con Creed II del 2018 e con l’ultimo Creed III, arrivato nelle sale cinematografiche italiane lo scorso 2 marzo. Il fascino dei vecchi film del franchise con protagonista Sylvester Stallone resta però probabilmente impareggiabile.
Una serie di film in grado di attirare migliaia di fan, e che ha consegnato alla leggenda la figura di Stallone. Una saga che con molta probabilità ha visto il suo principale punto di svolta nel terzo capitolo.
La storia di Rocky
La saga di Rocky parte col botto. Il primo film del 1976, interpretato e scritto da Stallone e diretto da John G. Avildsen, si rivela anche un po’ a sorpresa un enorme successo, vincendo ai Premi Oscar del 1977 le statuette per miglior film, miglior regia e miglior montaggio.
Pugile dalla carriera modesta che lavora principalmente per uno strozzino, Rocky cerca di tirare avanti come può nella città di Philadelphia. Una sorta di simbolo della classe operaia e delle difficoltà in cui quest’ultima è spesso costretta a versare. Rocky incarna la figura di colui che non dovrebbe mai vincere, di un uomo che punta semplicemente a mettere alla prova sé stesso cercando di superare i propri limiti. Esempio di ciò il combattimento contro Apollo Creed a conclusione del primo film. Un percorso che porta il nostro protagonista, raffigurato come un uomo il più comune possibile e per questo in grado di conquistare il pubblico, alla rivincita con Apollo alla fine del secondo capitolo e alla conquista del titolo di campione mondiale dei pesi massimi.
Rocky 3: la svolta del franchise
Rocky 3, film del 1982 diretto dallo stesso Stallone, rappresenta un vero e proprio cambio di rotto rispetto ai primi due storici capitoli. Il perdente protagonista delle precedenti vicende non è infatti più tale. L’umile Rocky in cerca di un qualsiasi modo per poter tirare avanti vive ora in una lussuosa villa circondato da fama e successo: ad evidenziare la cosa è l’allenatore Micky, che sottolinea come Rocky non abbia ormai più la fame di quel ragazzo che veniva dal nulla e costantemente voglioso di mettersi in mostra.
Con queste premesse, il terzo film inizia a mostrare un tono totalmente diverso rispetto ai primi due, molto meno serioso e al contrario maggiormente spensierato. Oltre ad una maggiore presenza di momenti comici, Rocky III si differenzia dai predecessori anche per il nuovo rivale dello stallone italiano: non più Apollo Creed, personaggio carismatico e dalla forte caratterizzazione, ma un Clubber Lang interpretato dal wrestler Mr. T. che funge da semplice ostacolo posto sul percorso di Rocky Balboa.
Più o meno la stessa direzione sarà presa da Rocky IV, uno dei capitoli più famosi della saga con lo storico confronto tra Rocky e Ivan Drago, con il franchise che proseguirà poi con i meno riusciti Rocky V del 1990 e con Rocky Balboa del 2006.
Le parole di Stallone su Creed
Con Creed III, arrivato da pochissimo nelle sale, si è registrata la prima assenza in assoluto di Sylvester Stallone all’interno di un film del franchise di Rocky. Ad esprimersi sull’uscita dalla saga era stato lo stesso Stallone lo scorso novembre nel corso di un’intervista per l’Hollywood Reporter: “I film di Creed stanno andando verso una direzione totalmente diversa rispetto a quella che avrei preso io. Quella di Irwin Winkler e di Michael B. Jordan è una filosofia totalmente diversa rispetto alla mia“.