Beyoncé torna sul palco dopo 5 anni con uno show mastodontico. E’ stata pagata 24 milioni di dollari per un concerto privato a Dubai e sui social scoppia subito la polemica: “Non in uno stato che viola i diritti umani”.
Beyoncé non si esibiva su un palco dal 2018: quasi cinque anni che non cantava ufficialmente in pubblico. Finalmente torna sul palco con uno show da lasciare a bocca aperta anche i suoi haters, sul palco dell’hotel di lusso Atlantis The Royal di Dubai. Giustamente i suoi fan sono stati molto delusi e il ritorno di Queen Bey non ha purtroppo accolto il successo sperato, anzi, ha attizzato un fuoco che, dopo i mondiali 2022, ha preso a divampare.
L’ultima volta infatti, Beyoncé era stata vista esibirsi dal vivo nel 2018, quando ha tenuto un concerto sul palco del Global Citizen Festival a Johannesburg, in SudAfrica, pochissimi giorni dopo la conclusione del suo tour, On The Run II Tour, dove suo marito, Jay-Z, ha partecipato.
Nonostante il fermo però, la cantante non è rimasta ferma ma anzi ha preso parte a numerosi progetti musicali, tra i quali la colonna sonora de Il Re Leone, pubblicata in concomitanza con il film live action uscito nello stesso anno (2019), e il singolo Black Parade i cui profitti sono stati dati in beneficenza.
Nel 2021 invece, dopo l’uscita del singolo Be Alive, contenuto nella colonna sonora del film Una famiglia vincente- King Richard, si è concentrata sul suo nuovo progetto: Renaissance che ha esordito in tutto il mondo a luglio 2022, scalando subito le classifiche e aggiudicandosi il primo posto della billboard 220 negli Stati Uniti.
La cantante ora è tornata ad esibirsi in pubblico e lo ha fatto accttando una proposta molto allettante dell’hotel di lusso Atlantis The Royal a Dubai. Ma allora qual è il problema?
La struttura in questione è di proprietà del gruppo Istihmar World che fa capo direttamente al governo della città e che le ha proposto di esibirsi nel teatro dell’hotel pagandola un cachet di ben 24 milioni di dollari, circa 330 mila dollari al minuto.
Quello che ha fatto scalpore e ha innestato lo sdegno nei suoi fan è stato manovrato da due fattori: il primo, forse quello più importante per coloro che seguono la diva dagli esordi, è che il tornare sul palco dopo cinque anni d’assenza è un momento importantissimo per la fanbase che ovviamente si sarebbe aspettata come minimo un altro tour o un concerto di riapertura. La cantante ha però optato per un concerto privato ed esclusivo: ricchi tra ricchi.
Il secondo fattore che ha aggravato tutto è stata la decisione di esibirsi proprio negli Emirati Arabi Uniti dopo che molti artisti avevano rifiutato di farlo in segno di protesta contro le violazioni dei diritti umani ancora presenti nel paese.
Ad esempio, la cantante Dua Lipa aveva smentito qualche mese fa la sua partecipazione alla cerimonia di apertura della Coppa del Mondo Fifa in Qatar, affermando che: “Visiterò il Qatar quando il paese avrà adempiuto a tutti gli impegni presi in materia di diritti umani”. Gli Emirati Arabi Uniti infatti sono attualmente tra i pochi paesi al mondo che criminalizzano esplicitamente la non conformità di genere e l’orientamento sessuale che differisce dall’eteronormatività: questo significa che l’omosessualità è illegale e può essere punita con il carcere (nel migliore dei casi).
La scelta di Beyoncé, da sempre icona LGBTQ+, agli occhi di molti è risultata scadente e deludente, soprattutto perché a motivarla sembrano essere stati quei 24 milioni.