L’attore Nicolas Cage ha raccontato come vorrebbe che fosse il sequel di Face Off – Due facce di un assassino, film cult del 1997.
Non è ancora chiaro se ci sarà un sequel di Face Off – Due facce di un assassino, iconico film del 1997, ma l’attore Nicolas Cage, che aveva interpretato il protagonista all’epoca, ha raccontato cosa vorrebbe vedere in un ipotetico secondo capitolo. Si è lasciato andare in un’intervista per Collider, dove ha spiegato che un eventuale sequel sarebbe incentrato sui figli del suo personaggio e quello interpretato dal collega John Travolta.
Face Off è uscito al cinema nel 1997, diretto dallo stimatissimo regista John Woo. Raccontava la storia del terrorista Castor Troy (ovvero Nicolas Cage) e dell’agente dell’FBI Sean Archer (John Travolta), che dopo un intervento di chirurgia plastica all’avanguardia, si scambiano i rispettivi volti. All’epoca il film fu un successo enorme e guadagnò oltre duecento milioni di dollari. Ottenne anche una candidatura agli Oscar come Miglior montaggio sonoro, ma non lo vinse.
Ma come potrebbe essere un suo sequel a oltre venticinque anni di distanza? Ecco cosa ne pensa Nicolas Cage.
Ultimamente Nicolas Cage è tornato al cinema regolarmente. Dopo l’uscita di The Old Way, il suo primo film western, ha dichiarato che vorrebbe esplorare altri generi, tra cui il musical. La sua carriera, infatti, procede ormai da oltre quarant’anni e sono pochissimi i generi che non ha mai affrontato.
Riguardo un ipotetico sequel di Face Off, ha dichiarato che non è certo che parteciperebbe, o almeno non con un ruolo principale. A tanti anni di distanza dal primo film, infatti, avrebbe senso, secondo lui, focalizzarsi su personaggi più giovani. A tal proposito ha nominato i figli dei due protagonisti.
“Penso che un sequel di Face Off giocherebbe sui colpi di scena e sull’imprevedibilità. Si potrebbe quasi pensare di inserire i figli di Castor e Sean, che a un certo punto crescono e si viene a creare una sorta di scacchiera tridimensionale in cui non ci siamo solo John Travolta e io, ma noi quattro che rimbalzano da una parte all’altra, come nel ping pong. Il tutto si muove su diversi livelli, diventando sempre più complesso. Penso che si potrebbe fare molto. Ho avuto un incontro in ufficio con i produttori, ma poi non ho più saputo niente“.