Avatar 2: la super CGI per ricreare l’acqua
Avatar 2 è finalmente uscito al cinema e non ha deluso le aspettative dei fan, in particolare per i suoi effetti speciali in CGI.
Da pochissimo è arrivato al cinema Avatar 2 – La via dell’acqua, attesissimo film di James Cameron sequel della pellicola del 2009. I fan hanno dovuto aspettare per più di dieci anni per scoprire come proseguiva la storia di Jake e Neytiri, ma finalmente l’attesa è finita. Per ora sta riscuotendo un buon successo e, se guadagnerà abbastanza, il regista ha già dichiarato che continuerà la saga. Il primo film è ancora al primo posto come film campione d’incassi, seguito subito dopo da Titanic, sempre di Cameron.
In questo sequel scopriamo che sono passati circa dieci anni dalle vicende del primo. Jake (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) sono sposati da tempo e hanno tre figli. In seguito ad alcuni eventi, tutta la tribù è costretta a spostarsi e a trovare un nuovo territorio in cui vivere su Pandora. Da qui il titolo: si imbarcheranno in un viaggio per mare.
I fan erano curiosissimi di vedere questo secondo capitolo non tanto per la trama, ma bensì per gli effetti speciali. Già nel 2009 il primo film si fece subito notare per l’uso avanzatissimo per l’epoca della computer grafica, ovvero della CGI. Ma come sono andate le cose nel sequel?
Avatar 2, l’uso della CGI sull’acqua
Avatar 2 non ha sicuramente deluso le aspettative: gli effetti speciali erano fantastici e i fan hanno perdonato gli oltre dieci anni d’attesa. In particolare gli spettatori hanno apprezzato come è stata ricostruita a computer l’acqua, elemento fondamentale di questo secondo film. Già dai trailer e dalla featurette rilasciati da James Cameron in precedenza si presagiva che gli effetti speciali sarebbero stati grandiosi.
In particolare, per Corridor Crew gli addetti ai lavori Ian Hubert, Sam Gorski e Wren Weichman hanno parlato di quale strategia hanno usato per ricreare l’acqua in modo più realistico possibile. I tre hanno commentato una scena in cui uno dei protagonisti riemerge dall’acqua e la telecamera si focalizza su alcune parti del corpo e sui vestiti bagnati.
Ian Hubert ha commentato: “La cosa che penso sia assurda è la tensione della superficie in basso a sinistra, il modo in cui si unisce con la parte intrecciata. Non ricordo di aver mai visto una tensione della superficie così complessa e dinamica. Mentre l’acqua scorre via, rimane ancora in parte nei piccoli pezzi [di tessuto].” Sicuramente un film notevole, che meriterebbe di essere visto anche solo per l’impegno e il lavoro con cui è stato realizzato.