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Emily Blunt contro l’etichetta di “Protagonista femminile forte”

Emily Blunt Solocine.it

Da un po’ di tempo a questa parte, le sceneggiature stanno modificando i personaggi femminili. Si è passati dallo stereotipo della damigella fragile in difficoltà a quello di eroina forte e indipendente. Emily Blunt però non è d’accordo su questo appellativo.

Per intere generazioni, la parte della donna fragile che veniva salvata dall’uomo forte e impavido, piaceva molto alla cultura maschilista del tempo. Fortunatamente oggi, le cose (forse) stanno cambiando e il ruolo della donna sta mutando agli occhi del mondo.

Da damigella in difficoltà a donna che si salva da sola è questo il grande salto intrapreso dalle nuove sceneggiature. C’è chi però storce il naso dall’appellativo “protagonista femminile forte”. Ne è un chiaro esempio Emily Blunt, la quale pensa che dovrebbe esserci di più.

Da Il diavolo veste Prada a Quiet Place

Emily Blunt di strada nel mondo del cinema ne ha fatta parecchia. È passata da ruoli meno imponenti, come l’assistente personale snobbata e sostituita da una Anne Hathaway incurante della moda ne Il diavolo veste Prada a ruoli di maggiore prestigio come il revival di Mary Poppins, I guardiani del destino, Jungle Cruise fino ad arrivare all’horror Quiet Place. Mamma di due bambine, la bella Blunt è sposata con l’attore e regista John Krasinski dal 2010.

Non fate annoiare Emily Blunt

In una recente intervista con The Telegraph, l’attrice naturalizzata statunitense Emily Blunt si è dimostrata sfavorevole alla nuova etichetta che le donne assumono solo perché non interpretano più i classici ruoli di massaia tutta casa e famiglia. La donna è molto di più, ma non per questo bisogna paragonarla ad un uomo, sono due figure totalmente differenti, bisognerebbe quindi vedere i personaggi femminili per quello che sono veramente, sfaccettature molto più profonde “del macho in gonnella”.

Emily Blunt in Quiet Place Solocine.it

Ogni volta che riceve una trama con la descrizione di “Protagonista femminile forte”, la Emily Blunt ha sempre una sola reazione: “È la cosa peggiore di sempre quando apri una sceneggiatura e leggi le parole ‘protagonista femminile forte’. Questo mi fa alzare subito gli occhi al cielo. Sono già fuori dal progetto. Sono annoiata. Quei ruoli sono scritti come incredibilmente stoici, così passi tutto il tempo a recitare da dura e a dire cose da dura”.

Della stessa opinione anche la collega Tatiana Maslany, la quale esordisce con queste parole:

“Protagonista femminile forte è qualcosa di riduttivo. È come cancellare tutte le sfumature di una persona. È come un trope. È una scatola in cui non entra nessuno. Anche la frase è frustrante. È come se dovessimo essere grate di poterlo essere”.